Il 6 giugno del 1350, nei pressi del guado sul torrente Meduna a San Giorgio della Richinvelda, il Patriarca Bertrando di Saint Geniès venne ucciso da una congiura di nobili friulani, che contestavano le sue riforme a danno dei loro poteri. Il testo di Floramo è un vero e proprio Ludus medievale, una Via Crucis umana e terribile del Patriarca, che vede Vitale da Bologna, dipintore chiamato nel Patriarcato di Aquileia da Bertrando, raccontare l’agguato in cui il vegliardo è stato assassinato. Il regista Luca Altavilla ha scelto un cast di alto livello: Gabriele Benedetti nel ruolo dell’artista trecentesco, mentre Alessandro Maione interpreterà un suo allievo di bottega. Gli ornati saranno a cura di Luigina Tusini, le scene e i costumi saranno realizzati dal Grup Artistic Furlan. Alcuni brani del repertorio medievale saranno invece eseguiti da Alessandra Cossi e Fabio Accurso dell’insieme vocale e strumentale Dramsam.

Il documentario video, sempre per la regia di Luca Altavilla, vede la collaborazione tecnica di Sunfilms e Folkest. Altavilla ha voluto arricchire le riprese dal vivo dello spettacolo con alcuni interventi a commento di Floramo girati nella pregevole location del Museo del Duomo di Udine intitolato proprio a Bertrando e all’interno del quale sono conservati gli affreschi di Vitale da Bologna. Inoltre, sono state girate alcune brevi scene fiction che serviranno a rendere più intensi i momenti chiave del dramma, grazie alla partecipazione straordinaria di Fabiano Fantini e Aida Talliente e alla collaborazione dei gruppi storici del Palio di San Donato di Cividale e del Medioevo a Valvasone. Un vero e proprio viaggio nel tempo fino all’età d’oro del Patriarcato del Friuli, che si inserisce inoltre all’interno delle commemorazioni regionali per il 600° anniversario della sua fine, che avvenne il 7 giugno del 1420.

L’emergenza sanitaria in atto non ha fermato i “sogni” del Grup Artistic Furlan. “Come ben sappiamo stiamo vivendo un periodo difficile – ha spiegato Sandra Bono, presidente del Grup Artistic Furlan – e non è facile trovare il modo giusto per comunicare l’arte e le tradizioni. Tuttavia volevamo, in accordo con il comune di San Giorgio della Richinvelda, celebrare simbolicamente un momento storico significativo, e questo è stato possibile grazie alla volontà di ripartire di molte persone. Devo un ringraziamento speciale a tutti gli enti coinvolti, ma in particolare a Folkest, al Museo del Duomo-Cattedrale di Udine, alla Parrocchia di Santa Maria Annunziata di Udine, all’Arcidiocesi di Udine – Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali, alla Parrocchia di San Giorgio della Richinvelda, all’Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra e i Beni Culturali della Diocesi di Concordia, a PromoTurismoFVG a tutti i volontari che hanno prestato la loro opera preziosa.”

Il dramma

Vitale da Bologna, dipintore chiamato nel Patriarcato di Aquileia da Bertrando, racconta l’agguato in cui il vegliardo è stato assassinato.

Vitale da Bologna – Gabriele Benedetti

Cristoforo – Alessandro Maione

ornati a cura di Luigina Tusini

scene e costumi realizzati dall’associazione Grup Artistic Furlan

brani dell’epoca eseguiti da Alessandra Cossi e Fabio Accurso

Ludus Bertrandi I colori di Vitale da Bologna Foto © Matteo Coda

Il documentario

regia Luca Altavilla

commento di Angelo Floramo

fotografia e montaggio Christian Canderan (Sunfilms)

operatore di ripresa e aiuto regia Massimo Egidio Piazza

suono in presa diretta Matteo Coda e Leonardo Brotto (Folkest)

produzione dell’associazione Grup Artistic Furlan

in collaborazione con

Associazione Culturale Folkgiornale e Sunfilms

partecipazione straordinaria di Aida Talliente e Fabiano Fantini

Un ringraziamento speciale a tutti i gruppi storici del Palio di San Donato e del Medioevo a Valvasone.

Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione del documentario dal vivo del I episodio: Folkest Cinema, il Museo del Duomo-Cattedrale di Udine, la Parrocchia di Santa Maria Annunziata di Udine, l’Arcidiocesi di Udine – Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali, la Parrocchia di San Giorgio della Richinvelda, l’Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra e i Beni Culturali della Diocesi di Concordia e PromoTurismoFVG.

Note di regia

I prati della Richinvelda

Ho immaginato questo luogo, nei mesi del confinamento, l’ho immaginato riempirsi di gente, nel brulichio estivo di inizio estate. Un luogo non adatto alla forma del teatro, senza posti a sedere, scene, quinte, ma un luogo simbolico, dove il teatro si tramuta in rito. Pensavo che proprio questo era il senso del teatro, non trovarsi in qualsiasi luogo, ma in quel luogo, in quella sera. Nella sua forma primordiale, forse una forma mai esistita, il teatro è poche cose: riunirsi in un tempo e in un luogo mentre qualcuno traduce in parole per tutti, una storia, un evento, o semplicemente un’azione, un gesto, un costume. Una sintesi estrema di tutto ciò che in quel momento non ci era concesso. Nessun luogo, o meglio ogni luogo, era questa la forma delle nostre comunicazioni digitali. Nessun tempo, o meglio ogni tempo, era questa la forma della riproducibilità tecnica delle nostre trasmissioni culturali. Nessuna storia, o meglio tutte le storie, raccontate nella bulimia narrativa durante le fasi più acute dell’epidemia. Il sogno del Ludus da progetto culturale si è trasformato in un’esigenza esistenziale, dove, prima di tutto, andava rispettato il tempo, la data simbolica del 6 giugno, il giorno della morte del Patriarca, poi il luogo, lo spettacolo, o meglio, le sue prove, nel luogo dell’assassinio, e infine la sua storia, quella raccontata da Floramo/Vitale da Bologna, in una prosa in rima, che a sua volta sta all’origine della lingua, ambientata proprio negli anni terribili della peste nera. Ecco perché un documentario dal vivo, girato durante le prove dello spettacolo nei prati della Richinvelda, arricchito dal commento dell’autore dalle sale del Vitale al duomo di Udine e di qualche breve omaggio all’arte dei luoghi e delle rievocazioni da cui questo progetto prende vita. Quelle che vedrete le ho chiamate prove, perché lo spettacolo, quello lo si può fare solo in un modo, insieme.

Luca Altavilla