
Un pellegrinaggio difforme, metamorfico, dissonante, che dà voce (quasi come i racconti di Canterbury) a tipi umani rappresentanti una coralità altrimenti destinata a rimanere muta. Lungo la strada si palesano alcune apparizioni: i Santi Ermacora e Fortunato, le figure ancestrali del mito, il Dio Belenos, le Krivapete, un Guriut. La lingua è uno strumento cangiante: volgare italico, friulano, latino, ma anche slavo e germanico. Contaminazioni. Narrative, musicali, linguistiche.
venerdì 4, sabato 5, domenica 6 – settembre 2020 –
dopo il tramonto, piazza Castello, Valvasone Arzene
Ludus bertrandi
dramma di Angelo Floramo
regia di Luca Altavilla
ornati a cura di Luigina Tusini
Un ringraziamento speciale ai volontari, ai torcieri e alle sarte.
Gabriele Benedetti Fabiano Fantini Aida Talliente Pietro Pilla Sandro Carpini
Note di regia
L’atto del dramma scritto da Floramo per Valvasone è traboccante, un racconto di grande forza visionaria e mistica, in cui l’autore porta la lingua agli esiti più estremi. Ogni messa in scena di un testo drammatico si adegua allo spazio e al tempo concesso. Sono limiti ovvi, che nella situazione che stiamo vivendo sembrano eccezionali, tuttavia si è voluto guardare alle limitazioni come a un’opportunità creativa. Abbiamo cesellato brevi quadri all’interno del racconto del percorso del carro con il patriarca morente, stazioni fisse di una sacra rappresentazione, come i bassorilievi dell’arca marmorea del beato Bertrando conservata al museo del Duomo di Udine, dove l’intensità della rappresentazione non sta nell’accumulo di scene e figuranti, ma nella composizione figurativa e drammatica del singolo quadro, con i personaggi e gli attori nella crisi della solitudine e del distanziamento della relazione, in quell’isolamento dove storia presente e passata si incontrano.
Le repliche di questi quadri non avranno appuntamenti preordinati, ma le scene dello spettacolo appariranno senza preavviso durante la rievocazione, proprio come accadeva nel teatro diffuso medievale.
Luca Altavilla